Ciao whiris!
Finalmente siamo arrivati a febbraio, il mese più corto dell'anno che ci regala un sacco di soddisfazioni.
C'è San Valentino, la festa più odiata e amata dell'anno, ma soprattutto la serata degli Oscar che quest'anno si
terrà domenica 24.
Tutte cose che però passano in secondo piano, perché a rendere questo mese davvero top è la nuova rubrica
di interviste!
Un paio di settimane fa abbiamo parlato di esami utili per il mondo del lavoro, ma ogni università ha le sue
peculiarità. Così come ogni futuro lavoratore.
Quindi una volta al mese condivideremo il punto di vista e l'esperienza di chi all'Università ci è già stato, così
da rendervi più chiare le idee.
Ad aprire le danze c'è Sara, laureata triennale in Informatica che lavora come Business Analytics Consultant, studiando alla magistrale!
Come hai scelto che università fare?
Mi sono iscritta a Informatica perché sono appassionata dell'argomento fin dall'infanzia, quindi la scelta della
facoltà non è stata un problema.
Per quanto riguarda l'Ateneo la mia scelta è stata orientata sia dalla poca distanza da casa che dai corsi presenti
nel piano di studi.
Ero sicura di iscrivermi all'Università di Bologna, ma per un periodo sono stata indecisa tra
Informatica a Bologna e Ingegneria e scienze informatiche a Cesena.
Alla fine la mia scelta è ricaduta su Bologna sia perché associavo (forse ingenuamente) alla sede centrale maggiore
rilievo sia perché avevo voglia di staccarmi dai miei genitori, cercando di cavarmela da sola in una città molto
più grande della mia.
Durante il percorso universitario hai scelto di specializzarti in qualcosa? Magari attraverso esami o corsi extra-curriculari?
Purtroppo il mio corso aveva il piano di studi quasi del tutto fissato, ho potuto scegliere solo due corsi al terzo anno.
Di extra-curriculare ho frequentato un terzo corso, Applicazioni Mobili, perché mi interessava l'argomento. Anche se alla fine non ho fatto l'esame perché avrei ecceduto i crediti necessari per laurearmi (e, parlando seriamente, chi me lo faceva fare?!).
Hai mai dubitato di quello che studiavi? Se sì, come hai superato questo scoglio?
Sì, soprattutto al primo impatto con l'università.
Come scuola superiore avevo scelto di frequentare un istituto tecnico economico con indirizzo informatico. La
quantità di informatica e matematica fatta alle scuole superiori si è poi rivelata insufficiente per affrontare i
primi esami sul tema, quindi mi sono sentita un po' in difficoltà.
Ci sono stati momenti in cui ho dubitato delle mie capacità, ma la testardaggine e la passione
verso quello che stavo studiando mi hanno permesso di dipanare ogni perplessità e di procedere fino alla laurea.
Inoltre, nonostante gli scogli iniziali con le materie più teoriche, alla fine queste sono diventate proprio le mie
preferite perché mi hanno permesso di capire determinati meccanismi alla base di argomenti più pratici che già
conoscevo.
Adesso che lavoro fai? In cosa ti è stato utile il tuo percorso?
Al momento lavoro come Business Analytics Consultant per un'azienda di consulenza informatica, forse una figura più adatta a laureati in Informatica per il Management che per Informatici "puri".
Il Business Analytics Consultant si occupa di progettare e realizzare sistemi di analisi dei dati e supporto alle decisioni per il top management, combinando tecnologie e piattaforme quali Data Warehousing, Big Data, Data Visualization, Business Intelligence e Machine Learning.
Sicuramente quello che ho studiato mi è stato utile per comprendere gli strumenti e le logiche proprie del lavoro
che sto svolgendo.
Tra tutte, la competenza più utile che ritengo di aver acquisito durante il percorso universitario riguarda le
capacità analitiche.
Una delle cose che amo di più dell'informatica è che ti dà gli strumenti per affrontare problemi sempre nuovi,
insegnandoti molte metodologie applicabili a diverse classi di problemi.
Donandoti una certa "forma mentis" che incoraggia a semplificare il più possibile logiche complesse, e a risolverle
piano piano fino a completare progetti che a prima vista sembravano di una complessità insormontabile (qualcuno ha
detto: "divide et impera"?).
Inoltre, la presenza di esami che prevedevano lo svolgimento di un progetto in gruppo con altri
studenti mi hanno aiutata a capire i pro e i contro del lavoro in team, migliorando notevolmente
le mie capacità relazionali e organizzative.
Pubblicato da Francesca Panciroli, in collaborazione con Parola di Quattrocchi.