Studiare è fondamentalmente la cosa più importante, all’università, e farlo bene, nel miglior modo possibile e sentendosi a proprio agio è un diritto. Tuttavia, esistono moltissimi luoghi e metodi di studio diversi, e ognuno di questi ha dei pro e dei contro. Vediamoli.
A casa
È il classico luogo di studio in cui dalle elementari fino al liceo tutti noi abbiamo sempre studiato. Chi sul
letto, chi sul divano o chi alla scrivania, tutti quanti abbiamo preparato qui i nostri compiti eccellenti e
pessimi. Il problema di studiare a casa è la distrazione. Se una persona guarda il telefono troppo spesso o fa più
pause del necessario, per esempio, è ovvio che il rendimento ne risentirà, e se durante il liceo queste pause
potevano anche essere concessioni “giustificate”, studiare in questo modo per un esame da 12 crediti forse non è una
buona idea. Non dimentichiamoci, però, che studiare in un ambiente domestico, intimo e familiare può aiutare
parecchio.
Biblioteca e aula studio
Studiare in biblioteca è comodo perché tutti i libri di cui si ha bisogno sono a portata di mano, mentre le aule
studio hanno il pregio di riunire persone che probabilmente a casa si distraggono troppo e che così in compagnia si
sentono invece obbligate a studiare. Lo svantaggio è che le altre persone possono diventare un difetto bello grosso:
rumori di fondo, sussurri, colpi di tosse, sedie che strisciano, pagine girate nel silenzio che diventano tuoni…
eccetera eccetera.
Gruppi di studio
È la sintesi perfetta. Da un lato, infatti, si è in compagnia e ci si sente obbligati a studiare; dall’altro lato,
invece, essendo in pochi e con persone conosciute, è come studiare da soli. Certo, se una persona è un po’
misantropa non dovrebbe partecipare affatto, e c’è sempre il caso che la discussione – essendo fra amici – naufraghi
in chiacchiere e stupidaggini.
I fuorisede
Il problema dei fuorisede è che non hanno una vera casa. O meglio, hanno una casa, ma questa potrebbe non
essere un luogo così piacevole dove studiare. I coinquilini, infatti, disturbano ben più delle persone in
biblioteca, perché loro non sono obbligati a parlare sottovoce
anche se sarebbe carino farlo.
In definitiva: se studiare a casa ci si distrae troppo, allora farlo in mezzo ad altre persone che studiano ci fa sentire obbligati a fare altrettanto; ma se studiare in mezzo alla gente ci infastidisce per i continui colpi di tosse, le discussioni sottovoce e i cigolii delle sedie, allora un ambiente familiare e intimo è la scelta migliore. Il trucco è capire cosa ci danneggia di meno, e agire di conseguenza.
E comunque, scaricando l’App di WhiriWhiri tutti questi problemi non esisteranno più, perché oltre a sapere dove sono biblioteche e aule studio in tutte le città universitarie italiane, avrete anche la possibilità di chiedere pareri e consigli sulla bacheca (e perché no, organizzare anche gruppi di studio).
E voi? Quali sono i vostri metodi e i vostri luoghi di studio preferiti? Fatecelo sapere nei commenti!
Pubblicato da Alessandro Mambelli.